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Muffa e temperatura di rugiada

2018-06-14 19:54

Admin

L’inverno ormai è in pieno corso e se le finestre di casa non sono bene isolate, gli spifferi e il freddo sono in agguato.
Le finestre sono responsabili del 40% della dispersione energetica di un edificio quindi cambiarle con dei nuovi serramenti a risparmio energetico sembra un’ottima idea.
Il problema, però, è che ultimamente chi decide di cambiare serramenti deve fare i conti con chi dice che i nuovi serramenti sono la garanzia della muffa nelle case. Vediamo perché questo non è vero, e come evitarlo.​


Perché si forma la muffa sui muri


La muffa, per attecchire a bisogno di condizioni ambientali specifiche tra cui la presenza di una sufficiente quantità di acqua (50% di umidità) e una temperatura relativamente mite (13°-16°)
L’acqua necessaria alla formazione della muffa è data dalla condensa dovuta alla presenza di abbassamenti di temperatura all’interno dei locali e dalla presenza di una elevata umidità relativa. 
Per eliminare la muffa non sono efficaci fungicidi o pitture, occorre eliminare le cause che la determinano ossia la condensa.
​Ma come si forma la condensa?
La condensa si forma quando l’aria si satura di vapore acqueo.
Nell’aria infatti è sempre presente una certa quantità di vapore acqueo, la quantità di vapore acqueo che può essere contenuta nell’aria dipende dalla temperatura dell’aria stessa (in realtà dipende anche dalla pressione)
Per esempio a 15 °C, un Kg di aria può contenere al massimo 11 gr di acqua, a 22 °C tale quantità aumentata a 17 gr. La quantità di vapore acqueo espressa in grammi che è contenuta in metro cubo di aria ad una certa temperatura è detta umidità assoluta.
E’ più pratico però usare l’umidità relativa (%) che esprime in percentuale il rapporto tra la quantità di vapore acqueo contenuta in una massa d’aria e la quantità massima che la stessa può contenere nelle medesime condizioni di temperatura. L’umidità relativa fornisce perciò informazioni su quanto una massa d’aria è lontana dalla condizione di saturazione (100%) e quindi dalla comparsa di condensa.
Ovviamente, mantenendo costante la temperatura ambiente, l’umidità relativa aumenterà all’aumentare della quantità di vapore acqueo.
Inoltre poiché, come abbiamo visto, la capacità dell’aria di contenere vapore acqueo dipende  dalla temperatura, ne consegue che, lasciando invariata la quantità di vapore acqueo contenuta in un certo volume d’aria, l’umidità relativa aumenta se la temperatura diminuisce. Quindi può succedere che, a contatto con una parete fredda, l’aria si raffreddi e raggiunga la saturazione condensando.
La temperatura in cui si forma condensa si chiama TEMPERATURA DI RUGIADA, e dipende dalla temperatura e dalla umidità relativa dell’aria.
Per non far formare la muffa occorre tener sotto controllo l’umidità relativa che si forma in casa e/o  isolare le pareti della casa in modo che non raggiungano mai la temperatura di rugiada.
La normativa prevede che con una temperatura interna dell’aria di+20° e un’umidità relativa del 65% non si debba formare condensa superficiale sulle pareti interne all’abitazione.
20°C e un’umidità del 65% corrispondono a una temperatura di rugiada di circa 13,2°C.
Perciò ogni superficie interna che raggiunge una temperatura inferiore a 13,2 °C ad una temperatura interna di 20 °C  non è consentita. 

Perché una volta il problema della muffa non c’era


Fino a poco tempo fa il problema della muffa si verificava più di rado, perché i vecchi serramenti non venivano costruiti in ottica di risparmio energetico, senza doppi vetri e guarnizioni che isolassero l’ambiente interno da quello esterno. Quindi l’aria passava da fessure e spifferi, creando una differenza di temperatura esterno-interno molto più bassa di quella a cui siamo abituati ora.

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I vecchi serramenti con telaio in legno e vetro singolo o doppio avevano valori di trasmittanza compresi tra 3 W/m^2K e 4,5 W/m^2K. Le temperature superficiali dei vetri di tali serramenti erano talmente basse, che già con valori di umidità relativa contenuti, il vapore acqueo condensava su di essi.

Vedendo la condensa sui vetri si sapeva che si doveva areare la casa e quindi si aprivano le finestre.
I nuovi serramenti a risparmio energetico non sono più la parte più fredda della casa e non si forma la condensa sui vetri, non si ha quindi il campanello di allarme che ci dice che dobbiamo cambiare aria e quindi si va avanti imperterriti a produrre vapore acqueo. I vecchi i serramenti, inoltre, garantivano un ricambio automatico pari a 4 m^3/h per ogni metro di perimetro, Classe 1 o Inferiore, secondo la  UNI EN 1026, a cui si devono aggiungere le perdite dei giunti di posa e delle guarnizioni che dopo dieci anni saranno sicuramente deteriorate. I nuovi serramenti invece sono in Classe 4, secondo la UNI EN 1026, e i ricambi gratuiti scompaiono perché i giunti di posa son perfettamente sigillati, il lavoro è stato eseguito a "regola d’arte" e le guarnizioni sono nuove, quindi a perfetta tenuta stagna.

Quindi con i vecchi serramenti il problema della muffa si presentava meno, ma le spese del riscaldamento erano decisamente più elevate, e il comfort in casa non era nemmeno paragonabile a quello attuale.

Come evitare muffa con i nuovi serramenti


La muffa non deve sembrare un problema agli occhi di chi deve acquistare le nuove finestre per la casa principalmente per due motivi:
Perché con un investimento di questo tipo i benefici si vedono mese dopo mese a causa del minor spreco di energie e dal diverso rapporto con il sistema di riscaldamentoPerché la muffa si può evitare con diversi accorgimenti.
Se devi installare nuovi serramenti nella tua casa perché la stai ristrutturando, il modo migliore per evitare la muffa è prendere la palla al balzo e munire la tua abitazione di cappotto (esterno o interno). Questo è quello che consigliano ingegneri e architetti per fare in modo che le tue pareti non siano molto più fredde dell’aria interna, per evitare proprio che la condensa venga attratta e si formi di conseguenza la muffa.
Se non stai ristrutturando casa o non hai intenzione di installare un cappotto, puoi prevenire la muffa arieggiando frequentemente gli ambienti. Gli esperti dicono che non basta aprire le finestre a wasistas, ma che bisogna aprirle completamente, e lasciar cambiare l’aria per una decina di minuti almeno un paio di volte al giorno. In questo modo l’aria carica di umidità interna si mischia con quella più secca esterna senza abbassare troppo la temperatura interna e mantenendo così il confort dell’ambiente.
Soprattutto si deve:
- Aprire completamente la finestra dopo aver fatto la doccia;
- Aprire completamente la finestra dopo aver cucinato;
- Aprire completamente la finestra al risveglio;
- Evitare di stendere la biancheria umida o bagnata in casa.
Pensate che una famiglia media, con un normale stile di vita, produce una quantità di vapore quantificabile in almeno 6-7 Kg di acqua, che da qualche parte dovrà pur andar a finire.
Oppure si può installare un impianto di ventilazione meccanica controllata.